Correlazioni dermoscopiche e istopatologiche
G. Ferranti
La dermoscopia si pone come disciplina intermedia fra la clinica e l’istopatologia. Una tale affermazione, sebbene possa apparire troppo drastica, è sostenuta dalle numerosissime evidenze scientifiche che correlano in modo spesso estremamente preciso i parametri dermatoscopici con quelli istopatologici. Ne deriva che una corretta interpretazione dei parametri demoscopici non può prescindere dalla conoscenza di alcuni elementi istologici che sostanziano i quadri clinici. Per tale ragione è necessario sottolineare le caratteristiche microscopiche delle varie lesioni melanocitarie e non melanocitarie. In particolare è opportuno evidenziare come le modificazioni dell’epitelio e l’architettura della lesione pigmentata o non pigmentata in esame, possano condizionare fortemente il quadro dermatoscopico sino a definire lo stato di progressione della lesione stessa, ovvero possono identificare alcuni elementi che sono propri di specifici nevi melanocitici definiti come entità nosologica a se stante. Anche nella definizione del melanoma la dermoscopia correlata ai quadri istopatologici può aiutare, non solo a definire l’istotipo, ma può anche ipotizzare la categoria di appartenenza del melanoma stesso (sottile o spesso), influenzando, in tal modo, la prognosi.
Con gli studi inerenti la morfologia dei vasi in seno alle varie lesioni, associata a pattern che prescindono dalle varie modulazioni della pigmentazione melanica, anche le patologie non melanocitarie , che negli anni scorsi, non potevano essere correttamente giudicati, attualmente possono essere classificate e adeguatamente diagnosticate. In conclusione un corretto rapporto fra il clinico dermoscopista ed il dermatopatologo appaiono essenziali per una corretta interpretazione degli innumerevoli quadri morfologici che debbono essere giudicati dallo specialista dedicato.
Ferranti G.