ABSTRACT
Tossina botulinica: amica o nemica? Breve review sulle indicazioni terapeutiche
G. Malara
Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo Piemonte
La tossina botulinica (BoNT) nelle sue sette varianti (A, B, C, D, E, F, G), è prodotta in condizioni di anaerobiosi dal batterio Clostridium botulinum. Molto diffusa in natura, è veicolata prevalentemente dagli uccelli ed è responsabile di numerose epidemie, anche mortali, quando assunta con alimenti mal conservati (conserve, insaccati, alimenti sott’olio). Il suo meccanismo d’azione è ormai quasi del tutto chiarito: il blocco selettivo, ma temporaneo, del rilascio di acetilcolina (ACh) che essa provoca è alla base della sua altissima tossicità, ma anche delle sue enormi potenzialità terapeutiche. L’ACh è un mediatore molto diffuso nell’organismo umano: a livello delle placche neuromuscolari è responsabile del comando di contrazione inviato al muscolo dal nervo; imprime anche il comando alle ghiandole sudoripare di sudare, ed è uno dei mediatori del dolore di tipo infiammatorio. Fin dal 1980 la BoNT A è utilizzata con successo in medicina in condizioni d’iperattività muscolare:
nel 1980 prima applicazione nel trattamento dello strabismo;
nel 1989 utilizzo nel trattamento della spasticità, delle distonie focali facciali e degli arti, iperidrosi ascellari e palmari, dolore di varia natura.
Ogni anno si aggiungono nuove applicazioni, alcune davvero inaspettate, come per esempio il trattamento del russamento.
Non esistono effetti collaterali strettamente connessi alla tossina; unico rischio è che essa possa diffondere in muscoli contigui a quelli iniettati con effetti indesiderati. Questo può comportare, in alcuni distretti, qualche problema, comunque molto limitato nel tempo: in infiltrazioni al collo per torcicollo, si può verificare transitoria disfagia; in infiltrazioni al viso per spasmi del faciale, potrebbe realizzarsi transitoria ptosi palpebrale.
L’autore propone una breve review di alcune nuove indicazioni al trattamento con tossina botulinica.
Malara G. 1