XI CONGRESSO NAZIONALE ADMG
  XI CONGRESSO NAZIONALE ADMG Un ponte per la dermatologia
 
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ABSTRACT
Tatuaggio: dalle motivazioni antropologiche ai rischi ignorati
C. Gelmetti
Dipartimento di Anestesiologia, Terapia Intensiva e Scienze Dermatologiche dell’Università degli Studi di Milano, Fondazione IRCCS Ca’ Granda “Ospedale Maggiore Policlinico” di Milano

Il tatuaggio (dal polinesiano “tatau”) è sia una tecnica di decorazione (più spesso di pittura) corporale dell'uomo, sia la decorazione prodotta con tale tecnica. Tradizionalmente la decorazione è destinata a durare permanentemente, ma in tempi recenti sono state inventate tecniche per realizzare tatuaggi temporanei. Nella sua forma più diffusa, la tecnica consiste nell'eseguire punture con l'introduzione di sostanze coloranti nelle ferite. Alla domanda: cosa significa? Si può rispondere così: segno identificativo (status sociale, rito di passaggio, ad esempio, all'età adulta); segno di appartenenza a gruppo (religioni, sette, pirati, reclusi) sorta di carta d'identità dell'individuo, che un rito di passaggio, ad esempio, all'età adulta; senso di autocoscienza (capacità di modificare la natura; uomo ≠ animale). La mummia del Similaun (nota anche come Uomo venuto dal ghiaccio o, generalmente, Ötzi) è considerato il primo essere umano tatuato di cui si abbia conoscenza: ha sul suo corpo ben 57 tatuaggi. La tecnica utilizzata nel calcolitico appare diversa da quella moderna: non venivano usati aghi, ma erano invece praticate delle piccole incisioni della pelle, poi ricoperte con carbone vegetale per ottenere l'immagine. I tatuaggi di Ötzi consistono in semplici punti, linee e crocette: si trovano in corrispondenza della parte bassa della colonna vertebrale bilateralmente (gruppi di corte linee verticali parallele: 6 linee di 15 cm), dietro il ginocchio sinistro (segno a croce) e sulle caviglie (segni vari). Siccome esami radiologici hanno individuato forme di spondilosi e lieve osteocondrosi (rachide) e artrite degenerativa (ginocchia e caviglie) proprio in quei punti si presume che tali immagini avessero una funzione di tipo curativo o religioso, al fine di alleviare i dolori. Altri studiosi hanno proposto che i tatuaggi fossero i punti per la pratica dell'agopuntura. I punti di pressione dell'agopuntura moderna (che è rimasta invariata per millenni in Cina e in Asia in generale), si discostano di poco da quelli dei tatuaggi di Ötzi. Perciò è stato ipotizzato che i tatuaggi siano punti di pressione per questa tecnica; in questa ipotesi il valore dei tatuaggi sarebbe puramente di reminiscenza e mnemonico per Ötzi e non avrebbero alcun valore "spirituale" o magico. Comunque l’agopuntura di Ötzi precederebbe quella Cinese di circa 2000 anni. Nel mondo classico furono forse i Persiani a importare la pratica del tatuaggio nell’antica Grecia. Il tatuaggio è menzionato anche nelle opere di Platone, Erodoto Aristofane, Giulio Cesare, Virgilio, Seneca e Galeno. I tatuaggi generalmente servivano a marchiare gli schiavi e a punire i criminali. Tra i primi cristiani era molto diffusa l’usanza di tatuarsi un tau, la figura della croce di Cristo ma anche l’ultima lettera dell’alfabeto ebraico, sulla fronte. Nel 325 d.C. Costantino proibì invece le incisioni sul volto perché: "deturpava ciò che era stato fatto nell'immagine di Dio". Nel 787 il Papa Adriano rese illegali tutte le forme di tatuaggio. Dopo il contatto degli occidentali col mondo polinesiano e dell’estremo Oriente, i tatuaggi si diffondono in Occidente, dapprima tra i marinai, dopo tra i carcerati e tra personaggi ai margini della società, poi ancora tra i “fenomeni da baraccone”, sino a diventare molto comuni, soprattutto tra i personaggi dello spettacolo e dello sport e quindi tra le persone comuni. Oltre ai tatuaggi volontari vanno anche considerati quelli accidentali come i tatuaggi da polvere da sparo. La causa più comune oggi è un incidente con un petardo. Gli spari accidentali di armi da fuoco, soprattutto armi a polvere nera, producono un effetto simile. Dal punto di vista istologico, inizialmente le particelle di pigmento si trovano nel citoplasma di cheratinociti e fagociti (inclusi fibroblasti, macrofagi, e mastociti). Subito dopo l’iniezione, l’epidermide la giunzione dermo-epidermica e il derma paillare appaiono omogenizzate. Dopo 1 mese la membrana basale si riforma, pigmento si trova nelle cellule basali e nei fagociti dermici lungo la giunzione sotto uno strato di granulazione circondato da vicino dal collagene. Il pigmento non è visibile negli endoteliociti, periciti, c. di Schwann, nei lumi di vasi ematici o linfatici o extracellulare. Dopo 1 mese non è ancora completa la transeliminazione epidermica del pigmento. Il ripristino della giunzione previene ulteriore eliminazione di pigmento. Dopo mesi o anni il pigmento si trova solo nei fibroblasti dermici, soprattutto in sede perivascolare sotto uno strato di fibrosi che ha sostituito il tessuto di granulazione. Il pigmento è stato visto sia intracellulare che extracellulare con lieve fibrosi e occasionali reazioni a tipo giganto-cellulare con granulomi allergici e reazioni sarcoidee. Tra le reazioni indesiderate citiamo: Dermatosi allergiche, Dermatosi proliferative, Dermatosi infettive, Infezioni sistemiche, Occultamento di lesioni, Koebnerizzazione, Ustioni in corso di RMN, Possibili complicanze in seguito a problemi futuri e Cancerogenesi.

 
Gelmetti C.

 
ABSTRACT Agnusdei C. P. 1 Agnusdei C. P. 2 Aguglia U. Alessandrini G. 1 Alessandrini G. 2 Altobella A. Amantea A. 1 Amantea A. 2 Amato S. 1 Amato S. 2 Amer M. Arcidiaco M.C. Argentieri R. Aste N. Astorino S. 1 Astorino S. 2 Astorino S. 3 Baccellieri P. Barba A. Barbera N. Bardazzi F. Battarra V. C. Belloni Fortina A. Bellosta M. 1 Bellosta M. 2 Benincasa V. Bini F. Bleidl D. 1 Bleidl D. 2 Bojanic P. 1 Bojanic P. 2 Bono R. Burroni A. G. Calzavara-Pinton P.G. 1 Calzavara-Pinton P.G. 2 Cannarozzo G. Cannata G. E. Cappugi P. Carrieri G. 1 Carrieri G. 2 Cascio F. Cassano N. Castiglioni M. Castriota M. Cervadoro E. Chiricozzi A. Cirfera V. 1 Cirfera V. 2 Cravotta A. Cristaudo A. Curatolo S. D'Amico D. 1 D'Amico D. 2 d'Ovidio R. 1 d'Ovidio R. 2 D'Ovidio R., Gianfaldoni R., Guazzelli M., Nannipieri A. De Giacomo P. De Salvo V. De Simone C. Di Carlo A. Di Landro A. Di Mauro M. A. Digiuseppe M.D. Donofrio P. Fai D. 1 Fai D. 2 Falcomatà V. Fassino M. Ferranti G. 1 Ferranti G. 2 Ferreri G. Filippetti R. Filotico R. 1 Filotico R. 2 Galasso D. Gallelli L. Galluccio A.G. Garcovich A. 1 Garcovich A. 2 Gelmetti C. Gianfaldoni R. Giannetti A. Giannotti B. Girolomoni G. 1 Girolomoni G. 2 Girolomoni G. 3 Girolomoni G. 4 Greco M. Gullaci de Marini F. Iaria A. Laino L. Lanari S. Lanzaro F. Latini A. Lazzaro Danzuso G. Leigheb G. 1 Leigheb G. 2 Lerario A. Lomuto M. Lopez F. Lopreiato R. Maggiulli V. Malara G. 1 Malara G. 2 Mattozzi C. Mavilia L. Mazzotta A. Menni S. 1 Menni S. 2 Nannipieri A. 1 Nannipieri A. 2 Nisticò S. P. Norat M. Noto G. Nucci V. Occella C. 1 Occella C. 2 Occella C. 3 Papi M. Papini M. 1 Papini M. 2 Piccolo D. Piemonte P. Pizzichetta M. A. Prete C. Pugliese A. 1 Pugliese A. 3 Puglise A. 2 Puglisi Guerra A. Rebora A. Ribuffo D. Ricci F. Ricciuti F. Romano I. Ruggiero G. Scarcella G. Schirripa V. 1 Schirripa V. 2 Siclari F. Sidari V. Stanganelli I. 1 Stanganelli I. 2 Strani G. F. Vagali B. Valenti G. Valenzano L. 1 Valenzano L. 2 Veller Fornasa C. Vena G. A. 1 Vena G. A. 2 Villa G. Zagni G. F. 1 Zagni G. F. 2 Zichichi L.
 
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L'Orsa Maggiore