ABSTRACT
Diagnosi e terapia dell’orticaria solare
P.G. Calzavara-Pinton, M. Venturini, R. Sala, M.T. Rossi
Clinica Dermatologica, Università di Brescia
L’orticaria solare (OS) idiopatica è una infrequente fotodermatosi con un impatto fortemente negativo sulla qualità di vita dei pazienti. Molti dati sperimentali e clinici sembrano indicare che è causata da una reazione anticorpale di tipo immediata verso un antigene intracutaneo o circolante che è prodotto nella cute da un precursore dopo l’assorbimento di energia luminosa, ultravioletta (UV) o visibile.
Gli spettri d’azione differiscono tra diversi soggetti e si estendono nelle bande ultravioletta B (UVB: 280-320 nm) e UVA (320-400 nm) e nella regione visibile (400- 700 nm). Le soglie individuali di scatenamento variano ampiamente da soggetto a soggetto e queste differenze possono essere attribuite alla natura eterogenea dei foto-antigeni. Nei casi più lievi, una fotoprotezione con filtri solari adeguati e una desensibilizzazione con esposizioni solari progressive può essere sufficiente. Per i casi non responsivi, una profilassi con antistaminici potenti per via generale, come loratadina, desloratadina, fexofenadina e cetirizina, e/o fotoprofilassi con fototerapia UVA (320-400 nm) o PUVA (psoralen plus UVA) sono ampiamente utilizzati.
Noi abbiamo recentemente dimostrato (J Am Acad Dermatol, in stampa) che anche UVB a banda stretta possono essere efficaci e sicuri a condizione che il trattamento sia strettamente individualizzato sulla base dei fototest di scatenamento e che, nei pazienti con spettro di scatenamento esteso nella banda UVB, il trattamento sia frazionato in più esposizioni giornaliere, perlomeno nelle prime 1-2 settimane del ciclo terapeutico.
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